Internet of Things, in Italia vale 3,7 miliardi: «È il momento di capire come valorizzare i dati»
Il mercato Internet of Things in Italia ha raggiunto i 3,7 miliardi di euro nel 2017, in crescita del 32% rispetto al 2016, trainata dai servizi abilitati dagli oggetti connessi, che valgono ormai 1,25 miliardi: un terzo dell’intero mercato.
«Il 2017 è stato un anno molto positivo per l’loT – spiega Giulio Salvadori, Direttore dell’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano -. La domanda è trainata dalle imprese coinvolte nel processo di trasformazione digitale delle fabbriche, dalle Pubbliche Amministrazioni che – con o senza partner privati – avviano progetti di Smart City, e dai consumatori sempre più interessati a soluzioni smart per la casa, l’auto, la salute e il tempo libero».
«Le imprese iniziano a intravedere il potenziale dei dati raccolti attraverso i dispositivi intelligenti – aggiunge Angela Tumino, Direttore dell’Osservatorio Internet of Things -: lo dimostrano la diffusione di soluzioni che integrano IoT e piattaforme di analisi dei dati, algoritmi di Intelligenza Artificiale, e policy per la privacy e la cyber security delle informazioni raccolte dagli oggetti connessi. Questo si riflette nella crescita dei servizi, spesso però ancora ‘basici’ (installazione di oggetti smart, invio di notifiche in caso di eventi avversi, gestione dei dati in cloud), anche se affiorano applicazioni più evolute, per esempio di manutenzione predittiva abilitata dal monitoraggio in tempo reale di impianti o grandi asset (Smart Factory, Smart Asset Management), o di pronto intervento in caso di tentativi di furto in casa (Smart Home)».
Gli ambiti applicativi: Smart Car e Smart Logistics crescono oltre il 40%
L’ambito Internet of Things a maggior valore è anche per il 2017 lo Smart Metering che, grazie agli obblighi normativi per il gas (2,4 milioni di contatori gas installati nelle case nel 2017) e alla seconda generazione di contatori elettrici intelligenti raggiunge i 980 milioni di euro (26% del mercato, +3% rispetto al 2016).
A breve distanza troviamo la Smart Car con 810 milioni (22% del mercato, +47%), grazie anche agli 11 milioni di veicoli connessi a fine 2017, oltre un quarto del parco circolante in Italia (erano 7,5 milioni nel 2016). Tre quarti di questi 810 milioni vengono dai box GPS/GPRS per la localizzazione e registrazione dei parametri di guida con finalità assicurative (+44% nel 2017), un quarto dalle auto nativamente connesse (+68%).
Al terzo posto le applicazioni di Smart Building (520 milioni, 14% del mercato IoT), legate principalmente a videosorveglianza e gestione di impianti fotovoltaici. Quindi le soluzioni IoT per la Logistica (360 milioni, +45%), prevalentemente per la gestione di flotte aziendali e antifurti satellitari, con 1,2 milioni di mezzi di trasporto merci connessi tramite SIM.
Segue poi la Smart City (320 milioni di euro, +40%): il 48% dei comuni italiani ha avviato progetti negli ultimi tre anni, e 3 su 4 hanno in programma nel 2018 nuove azioni. Le recenti iniziative si sono concentrate su illuminazione (52% dei comuni), servizi turistici (43%), raccolta rifiuti (41%), gestione di traffico e parcheggi, e sicurezza. La maggior parte di questi progetti non supera però la fase di sperimentazione, soprattutto per la mancanza di risorse economiche (71% dei comuni) e di competenze (61%). C’è poi il problema della governance: l’alternarsi di amministrazioni diverse e la moltitudine di attori proprietari degli asset sul territorio complica l’avvio e la gestione dei progetti.
Al quinto posto la Smart Home (250 milioni, +35%), con videocamere di sorveglianza, termostati, caldaie e lavatrici tra i principali protagonisti, mentre retailer (tradizionali e online), produttori, assicurazioni, utility e telco si muovono con velocità diverse verso la casa connessa. Una nuova categoria di prodotti, in grado di generare importanti ricadute in termini di interoperabilità, compatibilità dei dispositivi e sviluppo di ecosistemi di sviluppatori, sono poi gli assistenti vocali basati su altoparlanti intelligenti. Dopo Amazon Echo (dotato dell’assistente vocale Alexa), e Google Home (supportato da Google Assistant) a fine 2016, è arrivato anche HomePod di Apple a inizio 2018.
Infine troviamo le applicazioni di Smart Asset Management in contesti diversi dalle utility (6% del mercato IoT), principalmente per il monitoraggio di gambling machine nel gioco d’azzardo, ascensori e distributori automatici, e le applicazioni per la Smart Factory (4% del mercato) legate a controllo dell’avanzamento della produzione, gestione della manutenzione e supporto agli operatori nelle attività di linea.
IoT e Intelligenza Artificiale: innumerevoli applicazioni e potenziali criticità
Uno spaccato interessante dell’Osservatorio Internet of Things 2018 riguarda IoT e Intelligenza Artificiale (AI). Da questa integrazione possono nascere innumerevoli applicazioni, dai camerini dei negozi dotati di display e touch (Smart Retail) in grado di fornire informazioni in tempo reale e comprenderne le preferenze dei clienti, ai sensori industriali che raccolgono dati sull’ambiente circostante e avvisano tempestivamente il lavoratore di situazioni di pericolo. Questo connubio può generare nuovi business per le imprese, e semplificare ogni aspetto della quotidianità per i consumatori.
«L’AI viene sempre più integrata all’interno delle soluzioni IoT e il futuro promette grandi evoluzioni – osserva Salvadori – ma per concretizzare al massimo tali potenzialità bisogna lavorare di più sull’offerta: l’ambito di azione dei sistemi IoT è ancora troppo spesso limitato all’automazione di semplici funzionalità o alla gestione remota di dispositivi connessi. L’utilizzo del machine learning e di altre tecniche di AI sarà sempre più importante per soddisfare e anticipare i bisogni di aziende e consumatori. Una prospettiva affascinante, che però genera potenziali criticità in termini di cyber security e privacy».
Industrial Internet of Things, un boom grazie al Piano Calenda
In Italia l’Industrial IoT è in pieno sviluppo, principalmente grazie al Piano Nazionale Industria 4.0 che ha contribuito a diffondere conoscenza sul tema e incentivare l’adozione di soluzioni IoT nelle aziende. Oggi solo l’8% delle imprese dichiara di non conoscere il tema, contro il 25% nel 2016.
«L’Industrial IoT in Italia è in pieno fermento e avrà un ruolo sempre più rilevante, con grandi consorzi e alleanze che scendono in campo per favorire interoperabilità e accesso ai dati – analizza Giovanni Miragliotta, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Internet of Things -. È in costante crescita il numero di imprese capaci di comprendere le opportunità, ma c’è ancora molto da fare per sfruttarle appieno. Sarà fondamentale valorizzare i dati raccolti negli ambienti di lavoro e nelle supply chain e riprogettare i sistemi di monitoraggio e controllo nelle fabbriche».
I progetti di Industrial IoT più diffusi in Italia sono legati al controllo d’avanzamento della produzione (31% dei casi), alla manutenzione preventiva (28%), al supporto agli operatori nelle attività sulla linea (22%) e material handling (20%). Seguono le soluzioni per l’efficienza energetica nella fabbrica (17%) e il controllo qualità nelle fasi produttive e di assemblaggio (14%). Manutenzione predittiva (11%), sicurezza sul lavoro (8%) e gestione del ciclo di vita dei prodotti (5%) sono applicazioni meno diffuse, ma allo stesso tempo sono quelle che potrebbero avere impatti più rilevanti sui processi aziendali.
Nel 2018 in vista un’ulteriore accelerazione
Nel prossimo futuro l’Osservatorio prevede un’ulteriore accelerazione del mercato IoT, soprattutto negli ambiti Smart Metering, Smart Car, Smart Home e Industrial IoT. Nel primo caso la normativa continuerà ad alimentare la crescita anche nel 2018, con l’installazione di almeno 4 milioni di smart meter gas e 5,5 milioni di contatori elettrici di seconda generazione. La Smart Car crescerà grazie all’entrata in vigore, lo scorso 31 marzo, dell’obbligo normativo eCall (tutti i nuovi modelli di auto e furgoni leggeri devono essere in grado di allertare automaticamente i servizi di soccorso in caso di incidente) e all’offerta sempre più ampia di servizi abilitati dalla connettività.
Nell’ambito Smart Home è molto positivo l’ingresso nel mercato italiano dei grandi OTT (Over-The-Top), ad esempio Google Home da marzo 2018, che possono generare un indotto significativo e trainare tutto il comparto. L’Industrial IoT, infine, potrà beneficiare della proroga degli incentivi del Piano Nazionale Industria 4.0 anche nel 2018.
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