Analytics e Intelligenza artificiale, Infor punta su CFO e piattaforme sempre più verticali

Valorizzare il nuovo ruolo del Chief Financial Officer (CFO), settore per settore, nell’era dei predictive analytics, proiettando grado per grado le imprese nella dimensione della digital transformation. È questo l’obiettivo, anche in Italia, di Infor, multinazionale focalizzata nello sviluppo e nell’implementazione di Enterprise Application.

Infor serve moltissimi settori, e basta nominare alcuni dei suoi clienti per farsi un’idea dell’ampiezza del mercato: Ferrari, Università Cattolica, Levi’s, DHL, UPS, Del Monte, HP, CNH. Al centro di una strategia che punta sulla specializzazione dell’offerta ci sono soluzioni analitiche e applicazioni verticalizzate su cui si innestano servizi sempre più evoluti, che a loro volta mirano a condensare dati e input provenienti anche fuori dall’organizzazione per generare una visuale sul business dinamica e completa. Luigi Carcano, Sales Executive di ‎Infor per il mercato italiano, spiega in che modo oggi i suoi clienti stanno affrontando i nuovi scenari competitivi e come il gruppo si è adeguato per servirli attraverso tecnologie abilitanti.

Luigi Carcano

Perché la focalizzazione sulle esigenze del Chief Financial Officer?

Il tema è molto attuale e ha un risvolto estremamente pratico: data la continua evoluzione dello scenario competitivo, i CFO, che ricoprono un ruolo strategico nella gestione delle risorse aziendali, oggi hanno bisogno di ottenere in tempi rapidi informazioni utili su business e compliance. E altrettanto velocemente devono poter condividere i risultati di insight e analisi predittive oltre che gli alert generati dai sistemi stessi con i collaboratori e con gli altri soggetti della microrete aziendale a cui sono destinati i task più urgenti da svolgere. Solo così si può mettere in moto l’organizzazione in maniera completamente diversa rispetto al passato. Si passa da un atteggiamento reattivo a un approccio proattivo, che permette all’impresa di affrontare e risolvere criticità prima ancora che si trasformino in problemi.

Quali strumenti occorrono per sviluppare questo approccio?

Parliamo naturalmente di piattaforme di Semantic Analytics e di Business Intelligence, di nuovi processi di accounting e di pianificazione delle attività, ma soprattutto di infrastrutture di collaboration efficaci. Ovvero soluzioni avanzate che non si limitino alla chat e alla condivisione dei documenti, ma che permettano agli utenti di attivare, in caso di anomalie, notifiche automatiche e workflow attraverso l’intera organizzazione aziendale. In questo modo non si deve più ricorrere, attraverso classici meccanismi transazionali, a dashboard o a report per identificare i fenomeni di interesse: chi deve occuparsene, oltre ad avere la possibilità di tenere sempre sotto controllo gli aspetti salienti delle attività, viene immediatamente informato se ci sono punti di discontinuità.

Come si pone Infor in questo senso?

Dalla gestione di funzioni più tradizionali di back office quali Acquisti, HR, Contabilità passando per le nuove forme di Customer Experience fino al salto vero e proprio della digital transformation, il nostro obiettivo è supportare i manager nel trovare risposte nuove, flessibili e differenzianti rispetto ai sistemi che attualmente offrono accesso alle informazioni di valore strategico. Come lo facciamo? Per descrivere in modo sinottico la proposizione di Infor potrei dire che lavoriamo in sinergia e continuità su vari livelli. Il primo riguarda lo sviluppo di applicazioni verticalizzate per industry. Non offriamo sistemi generici da customizzare caso per caso, ma suite specializzate che includono best practice e modelli applicativi preconfigurati sviluppati settore per settore in decenni di esperienza. All’occorrenza, inoltre, si possono aggiungere funzionalità ulteriori studiate per micro-vertical. Il secondo livello è quello del Cloud, che pur rappresentando il futuro (attualmente, dei 90 mila clienti a livello globale, solo il 10% accede ai servizi Infor attraverso la Nuvola, ndr) di questo mercato, è per noi una realtà consolidata: tutte le nostre soluzioni sono già disponibili in Cloud in partnership con Amazon Web Services (AWS). Pensiamo sia una premessa indispensabile, dal momento che per noi la tecnologia non è un fine ma lo strumento abilitante della semplicità, dell’efficienza e dell’efficacia. Il Cloud permette alle imprese di ottenere soluzioni e infrastrutture sicure e all’avanguardia che aiutano anche ad indirizzare le risposte a temi quali, ad esempio, il GDPR (General Data Protection Regulation, ndr) senza dover sviluppare – e aggiornare – competenze ad hoc.

State lavorando anche sul fronte dell’intelligenza artificiale?

La piattaforma Coleman di Infor sfrutta le potenzialità di questa tecnologia per reinventare l’esperienza degli utenti: traendo valore dai dati di business, gli algoritmi della soluzione consentono al nostro assistente virtuale di addestrarsi, apprendendo automaticamente le caratteristiche dello specifico contesto industriale e proponendo alternative a processi inefficienti o decisioni non informate. A quelli appena citati, però, aggiungerei da ultimo un ulteriore strato…

Ovvero?

Il commerce network: considerato che l’80% dei dati rilevanti per il business si trova all’esterno della stessa azienda, riuscire ad avere visibilità su questi flussi di informazione sta chiaramente diventando un imperativo. Rispondiamo in due modi a questa esigenza: sia proponendo strumenti di Semantic Analytics, che analizzano i dati eliminando duplicazioni e ridondanze, sia offrendo una rete di 50 mila partner già connessi, a cui i nostri clienti possono accedere per ottenere soluzioni su misura tramite un Cloud Commerce dedicato. Abbiamo investito molto su questo aspetto negli ultimi anni, sia in termini di risorse economiche sia di cambiamenti sul fronte dell’assetto organizzativo.

Su quali settori pensa che farà più presa il vostro approccio?

Siamo molto presenti sull’hospitality, che continuerà a crescere. Ma anche il manifatturiero e i servizi – e considero qui pure realtà piccole e medie – sentono il bisogno di sposare le nuove tecnologie. Il Retail si sta letteralmente reinventando, mentre l’Healthcare in Italia mostra segnali di movimento, pur non intensi come quelli del mondo anglosassone. Finanza e assicurazioni stanno invece vivendo un periodo di consolidamento dopo la trasformazione avviata negli anni scorsi.

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